31 mar | MESSAGGIO DEL VESCOVO PIETRO PER LA PASQUA DEL SIGNORE 2024

Arcidiocesi di Capua

Diocesi di Caserta

 

MESSAGGIO DEL VESCOVO PIETRO PER LA PASQUA DEL SIGNORE 2024

 

Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?

Viene la Pasqua! Viene in un clima pesante, come la grande pietra posta all’entrata del sepolcro di Gesù da Giuseppe di Arimatea; in un’atmosfera greve, quasi opprimente che incombe sul pianeta, a causa dei tanti scenari non certo rassicuranti, anzi preoccupanti. Sì, preoccupanti! A motivo di una guerra nel cuore dell’Europa che non accenna a finire, anzi che assume contorni sempre più allarmanti per colpa di tanti e, soprattutto, di chi, a dispetto del sangue innocente sparso da tanta povera gente, continua ad accanirsi a giocare con le armi, minacciando l’uso anche di quelle nucleari, e lavorando alla ricerca di pruriginose alleanze di morte. A motivo di un altro conflitto, quello in Medio Oriente, che sta producendo morte e distruzione e sta alimentando, come benzina sul fuoco, un sentimento di rancore e di odio tra israeliani e palestinesi, che con fatica, in passato, si era provato a placare, in una Terra, santa non solo per noi cristiani, ma per ebrei e musulmani. A motivo di tanti altri conflitti e guerre civili, di cui poco si dice, e che pure continuano a mietere vittime e miseria, di cui quelli che chiamiamo i potenti del mondo poco o nulla si curano, al di là di ogni apparenza, interessati piuttosto a un commercio di armi che mai come in questo momento appare tanto redditizio. A motivo dei danni ambientali prodotti alla Terra che, in maniera sempre più evidente, sono sotto gli occhi di tutti – anche se ancora qualcuno fa finta di non vedere – e che, come più volte ci ha ricordato il Papa, potrebbero raggiungere, in tempi brevi, situazioni di non ritorno. A ciò si aggiunga, da tante parti, il disagio relazionale che cresce tra le mura domestiche e che determina, come naturale conseguenza, un crescente malessere che coinvolge i giovani, rendendoli sempre più spesso protagonisti di gesti estremi, violenti, frutto di relazioni malate e di una rabbia che attecchisce soprattutto in assenza di sogni grandi e di grandi idealità. E poi i morti nel Mediterraneo – tanti, troppi – che sembrano non finire più e che anziché provocare “un sussulto di coscienza per prevenire il naufragio di civiltà” – sono le parole di Francesco a Marsiglia – lo stanno trasformando “da mare nostrum a mare mortuum”, “da culla della civiltà a tomba della dignità”. Senza parlare di chi ritiene una conquista dell’umanità poter sopprimere una vita nel grembo della mamma, e di ciò che avviene qui da noi, dei problemi antichi che affliggono il nostro Sud, del lavoro che ancora è negato a tanti, e, anche quando c’è, continua – ahimè – a non essere sicuro, e dei tentativi – che noi riteniamo insensati – di chi ipotizza nuove regole per il Paese che, di fatto, favorirebbero un’Italia già a due velocità, dimenticando che il Paese non potrà crescere se non insieme. A pagare le spese di un clima così è, prima di tutto, la speranza. Sì, la speranza: con il rischio che non si riesca più a vedere il bene che c’è – ed è tanto! – nel mondo e attorno a noi. È lo stesso clima di dolore e di incertezza che vissero le donne che, quel mattino all’alba, andando al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, si chiedevano: “chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?” (Mc 16,3). Come quelle donne, anche noi viviamo circondati da un clima che minaccia di seppellire la speranza. Ma a quella pesantezza, che sembrerebbe avere l’ultima parola, risponde l’annuncio di Pasqua: Cristo è risorto! È veramente risorto! Lo scoprirono le donne quando “alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto” (Mc 16,4-6). No, quella pesantezza, di cui è segno la pietra posta all’ingresso del sepolcro di Gesù, non è l’ultima parola. L’ultima parola è invece: Cristo è Risorto! La Vita ha vinto sulla morte! Il Bene ha vinto sul male, il perdono sul rancore, l’Amore sull’egoismo e l’indifferenza. Rinasce la Speranza. Possiamo ricominciare a lottare per il bene, a impegnarci per la pace, a lavorare per la giustizia e per la dignità! La pietra è stata rotolata via! È risorto Cristo! È risorta la speranza! Santa Pasqua di Resurrezione!

✠ Pietro Lagnese
Arcivescovo di Capua
Vescovo di Caserta